a cura di Beatrice Grigolin, 4CA – Liceo Linguistico Europeo, indirizzo Artistico-Letterario
In occasione della Giornata della Memoria, il quotidiano La Repubblica ha pubblicato un articolo intitolato “Auschwitz, l’ultimo testimone: il silenzio che resta”, che racconta la storia di David Goldstein, uno degli ultimi sopravvissuti ai campi nazisti di sterminio.
L’articolo si focalizza non solo sulla testimonianza diretta afferente alle atrocità subite, ma anche sulla
messa a disposizione della memoria per le nuove generazioni, con l’intenzione che ciò che è accaduto non venga mai dimenticato.
David ha ormai superato i novant’anni e racconta di essere stato deportato ad Auschwitz all’età di quattordici. Racconta con lucidità del freddo, della fame e della paura costante, ma anche del coraggio di chi cercava di resistere. Nell’intervista, ha detto che si aspetta ora molto dagli studenti: “Non saremo qui in eterno, ma é necessario che la nostra voce continui a vivere nei libri, nei musei, nelle scuole”.
Oggi c’è una riflessione da compiere in La Repubblica per quanto riguarda il marcato decremento dei testimoni della Shoah diretti. La sua società deve darsi da fare per dare loro un luogo dove dire le loro storie. Scuole e istituzioni culturali devono promuoverle con visite nei luoghi di memoria e attività di sensibilizzazione.
La testimonianza tanto penetrante fornita dal giornalista è un trafiletto per noi tutti. Ecco quanto Goldstein ha affermato a questo proposito: “Il pericolo dell’oblio è sempre in agguato.” I giorni della memoria non devono essere visti solo come momento della memoria, ma dovrebbero essere un invito al rinnovo della lotta contro l’indifferenza e l’odio!
In effetti, il testo pubblicato su La Repubblica invita i lettori a riflettere sul proprio ruolo nel mantenere viva la memoria. Perché il ricordo non è solo un atto di rispetto verso le vittime, ma anche un gesto di responsabilità verso il futuro.
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