a cura di Elena Dalla Cia, 5BG – Liceo Linguistico Europeo indirizzo Giuridico-Economico; Giulia Ferrari, 5AC – Liceo Classico; Camilla Capoccia, 3AC – Liceo Classico
“Ogni borghese, nell’ardore della giovinezza, fosse pure per un giorno, per un attimo, s’è creduto capace di immense passioni e di straordinarie gesta. Il più incapace dei libertini ha sognato delle sultane, ogni notaio porta in sé i ruderi d’un poeta”
Gustave Flaubert, Madame Bovary, Parte III, cap. VI
Queste poche parole bastano per introdurre il fil rouge della nostra rubrica: l’erotica noia borghese.
Dall’Ottocento ad oggi “l’erotica noia borghese” ha saputo intrattenere le alte fasce della società svelando non solo un recondito desiderio carnale, ma anche i sentimenti più profondi dell’animo umano.
Da cosa nasce questo titolo?
La prima volta che ci siamo imbattute in tale espressione è stata su instagram, dai post dello stilista Edoardo Gallorini. Le grafiche dei suoi capi richiamano, come lui stesso racconta, “l’elegante e decadente immaginario cinematografico”.
Un’idea che ha immediatamente stuzzicato il nostro interesse per il cinema d’autore.
Da Antonioni a Buñuel, da Pasolini a Bergman, innumerevoli registi hanno deciso di dipingere la storia di donne dall’animo travagliato: abbiamo deciso quindi di raccogliere in questa rubrica le nostre (e forse tra poco anche le vostre) pellicole preferite.
Belle de jour, la Notte, Madame Bovary, Io sono l’amore sono solo alcuni titoli che vi proporremo.
Con un paio di articoli al mese, vogliamo infatti portarvi nell’intimità di queste donne e del loro cammino comune, per sondare il loro animo e per recensire questi film, capolavori indiscussi della storia del cinema.
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