a cura di Carlotta Marsiglio, Vittoria Milan e Giulia Manos (5AM, Linguistico Moderno)
Ciao a tutti, fidati lettori!
Oggi vi parleremo del sushi, una pietanza tipica giapponese, che venne importata dalla Cina circa 2000 anni fa.
L’aspetto che oggi ha il sushi si è affermato intorno all’VIII secolo.
Come veniva originariamente preparato?
Il pesce veniva salato e arrotolato nel riso fermentato. Il narezushi era fatto di pesce sviscerato, che veniva posto nel riso fermentato per diversi mesi per poter essere conservato: la fermentazione del riso faceva sì che il pesce non andasse a male; il riso fermentato era poi scartato e veniva mangiato solo il pesce. Questo antico tipo di sushi divenne un’importante risorsa proteica per i giapponesi.
Saprete tutti bene che il sushi si può mangiare con le mani (vale per i nigiri -cioè le polpettine di riso allungate sulle quali viene adagiata una fettina di pesce crudo- ma non per il sashimi -pesce crudo -) e in un sol boccone!
Si può anche inzuppare leggermente il pesce nella salsa di soia, senza far sfaldare il riso, per dare un tocco di sapore in più.
Inoltre, anche la cucina giapponese ha le sue regole di galateo: quando si usano le bacchette, in particolare, è considerato di cattivo gusto o segno di un presagio negativo lasciarle sul piatto, perché ricorderebbero la posizione dell’incenso acceso sulle tombe nei cimiteri.
Il sushi è talmente apprezzato nel mondo che nel 2011 Yujia Hu, trentenne cinese di nascita e milanese di adozione ne ha fatto una forma d’arte; oggi, infatti, egli è definito il primo “sushi artist”.
Il tutto è nato elaborando gli stessi ingredienti che si trovano in cucina quando si prepara il sushi: riso, alghe e pesce.
Tra le opere che ha riproposto attraverso il sushi, vi sono “L’urlo” di Munch, “Il bacio” di Klimt, “La notte stellata” di Van Gogh, “L’Onda” di Hokusai.
Speriamo di poter partecipare ad una mostra di Yujia Hu, il quale ha dichiarato di avere questo obiettivo come sogno nel cassetto.
Ecco a voi alcune immagini tratte dalla pagina Instagram dell’artista: @theoniginiart
Lascia un commento