di Carlo Attilio Gumirato, IBDP1
A discapito di tutte le perplessità, l’All-Star Game si è tenuto, come da programma, domenica 7 marzo ad Atlanta, nonostante tutte le critiche dei giocatori. Alcuni di loro non sostenevano la partecipazione all’evento, adducendo a motivi di salute, in periodo di pandemia, altri se la sono presa perché volevano una piccola pausa dal campionato, in quel lasso di tempo; infine, c’erano anche quelli favorevoli.
Come da protocollo, i due giocatori risultati positivi al tampone pre-gara non hanno potuto partecipare, ma, oltre a questo piccolo dettaglio (visto il considerevole numero di giocatori che vi ha preso parte), tutto si è svolto regolarmente, anche se in formato “ridotto”, e le acque si sono calmate. Infatti, i giocatori si sono divertiti e hanno apprezzato l’opportunità di rivedersi e giocare insieme ai migliori cestisti della NBA, risparmiando le forze, ma senza far mancare il consueto spettacolo.
Inoltre, all’evento hanno potuto assistere dal vivo, nel pieno rispetto delle misure di sicurezza, 1500 fortunati (i primi ad aver acquistato i pochi biglietti), senza dimenticare i milioni di telespettatori da ogni parte del mondo.
Non sono di certo mancate le emozioni e nemmeno le giocate straordinarie di questi campioni.
Insomma, tutto è bene quel che finisce bene.
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