a cura di Vittoria Denetto, 3AC -Liceo Classico, indirizzo di Ordinamento
ll 27 gennaio di ogni anno si celebra la Giornata della Memoria, istituita per commemorare le vittime dell’Olocausto. Questa data è stata scelta perché il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, rivelando al mondo l’orrore dello sterminio nazista.
Ricordare la Shoah non è solo un atto di rispetto verso le milioni di vittime innocenti, ma anche un monito affinché tragedie simili non si ripetano. È difficile immaginare la sofferenza di chi ha vissuto quei momenti, eppure è nostro dovere cercare di immedesimarci per comprendere la gravità di quanto accaduto. Il passato deve insegnarci a non ripetere gli stessi errori, ma la memoria non è solo una questione di storia, è una responsabilità quotidiana che dobbiamo coltivare e trasmettere alle nuove generazioni.
Ogni anno, scuole, istituzioni e organizzazioni promuovono eventi, mostre, conferenze e testimonianze di sopravvissuti per sensibilizzare il pubblico. Guardare documentari, leggere libri e ascoltare le parole di chi ha vissuto quei momenti ci permette di avvicinarci ad una realtà che, pur sembrando lontana, continua a influenzare il presente. Personalmente, ogni volta che ascolto una testimonianza diretta, rimango colpita dalla forza e dal coraggio di chi ha vissuto l’orrore e ha trovato la forza di raccontarlo.
La Giornata della Memoria non è solo un’occasione per guardare al passato, ma anche un’opportunità per riflettere sul presente. Viviamo in un mondo in cui intolleranza, discriminazione e conflitti sono ancora drammaticamente attuali. È nostro dovere vigilare affinché l’odio non prenda di nuovo il sopravvento. Ogni piccolo gesto quotidiano di rispetto e apertura verso gli altri è un contributo ad un futuro migliore.
Ogni volta che penso alla Shoah, mi domando come sia stato possibile che l’umanità sia arrivata a un tale abisso di crudeltà. Mi chiedo cosa avrei fatto io in quelle circostanze e mi rendo conto di quanto sia importante oggi avere il coraggio di schierarsi contro ogni forma di ingiustizia.
Un’opera che ha lasciato un segno profondo nella mia riflessione sulla Shoah è il film “Anna Frank”. Ripercorre la storia di una ragazza ebrea dall’età di quindici anni che, attraverso il suo diario, ha testimoniato le difficoltà, le paure e le speranze vissute durante la persecuzione nazista. Il film riesce a trasmettere l’angoscia e il dolore di chi ha dovuto nascondersi per sfuggire alla deportazione, ma anche il coraggio e la voglia di vivere di Anna. La sua storia è un simbolo potente di resistenza e di umanità, che ci ricorda quanto sia fondamentale mantenere viva la memoria di questi eventi.
In conclusione, la memoria è un dovere collettivo. Ricordare significa non solo rendere omaggio alle vittime, ma anche assumersi la responsabilità di contrastare ogni forma di disprezzo e discriminazione.
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