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Il dovere di ricordare

a cura di Leonardo Tonellato e Nicola Costalunga, 5BG -Liceo Linguistico, indirizzo Giuridico-Economico


Dal 2000, il 27 gennaio è celebrato in Italia come “Giornata della Memoria”, istituita con la legge 20 luglio 2000, n. 211. Questa ricorrenza è dedicata alla commemorazione delle persecuzioni subite dal popolo ebraico e dai deportati militari e politici italiani nei campi di concentramento nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale.

Oggi, 27 gennaio 2025, ricorre l’ottantesimo anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, simbolo universale dell’orrore dell’Olocausto. Spesso, quando si parla di campi di sterminio, l’attenzione si concentra principalmente sulle responsabilità del regime nazista, trascurando il ruolo del fascismo italiano. Proprio per questo, nella giornata odierna, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha sottolineato che ciò che avvenne fu una “tragedia con fascisti complici”.

Nell’immaginario collettivo, i campi di concentramento sono associati a luoghi come Auschwitz, Mauthausen e Dachau, mentre si parla meno dei campi italiani, come la Risiera di San Sabba, il campo di Bolzano e quello di Fossoli. Anche in questi luoghi le condizioni di prigionia erano disumane, aggravate dalla precarietà igienico-sanitaria della guerra.

Ho avuto la possibilità di visitare diversi campi di concentramento e detenzione, tra cui Dachau, vicino a Monaco di Baviera, e la Risiera di San Sabba, a Trieste. La differenza tra i due luoghi è impressionante. In Germania, le strutture erano enormi: baracche, camere a gas e forni crematori costruiti per lo sterminio di migliaia di persone. A Trieste, invece, tutto era più piccolo e non vi erano forni crematori o camere a gas, ma l’aria che si respirava testimoniava comunque dolore e sofferenza. In entrambi i luoghi, uomini e donne furono privati della dignità, della famiglia e del diritto alla vita.

La Shoah è un evento storico che non può e non deve essere dimenticato, soprattutto dai popoli che ne furono responsabili. Italiani e tedeschi, così come il resto del mondo, devono ricordare per evitare che simili tragedie si ripetano. La storia ci insegna che l’odio e la violenza possono riemergere con estrema facilità.

A Roma, come da tradizione, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deposto una corona di fiori presso il Memoriale della Shoah, ribadendo l’importanza dell’unità e della solidarietà nella lotta contro ogni forma di odio e discriminazione. In molte città italiane si organizzano letture pubbliche dei nomi delle vittime, esposizioni fotografiche e proiezioni di documentari sull’Olocausto.

Tra le voci più significative della giornata ci sono quelle dei sopravvissuti, testimoni diretti della tragedia. Le loro parole rappresentano non solo una lezione di storia, ma anche un messaggio di umanità. Tra di loro, Liliana Segre, nominata senatrice a vita, continua instancabilmente a mantenere viva la memoria della Shoah, affinché simili orrori non si ripetano mai più.

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