a cura di Emma Sacchini, 3CA – Liceo Linguistico Europeo, indirizzo Artistico-Letterario
Il 27 gennaio è la Giornata internazionale della Memoria dell’Olocausto, una giornata solenne nella quale si celebra l’atroce tragedia che resta tra le più gravi nel dramma umano.
In Italia l’Olocausto, o Shoah, ha segnato dolorosamente la vita di migliaia di famiglie italiane; quello che resta è un gran vuoto, una grande piaga infetta. Eppure, anche in mezzo a quella desolazione, si alzano come fari di luce storie che non possono e non devono morire e, anzi, che devono rimanere vive nei cuori e nelle memorie.
Tra queste figure di anime militanti e di caratteri accesi, possiamo menzionare Giusto Della Rosa, il contadino di Salò che, con coraggio, affrontò pericolosamente la furia nazista per salvare una famiglia ebrea nascosta da lui. La sua piccola e repentina resistenza, la sua imprevedibile ribellione non solo vinsero il proposito degli invasori, ma salvarono delle esistenze e furono il segnale di riscossa che andava contro il male comune.
Un’altra figura è quella, dolorosamente toccante, di Carla Capponi, giovane donna partigiana, che affrontò i più gravi pericoli per salvare quanti ebrei potesse dall’infernale occupazione tedesca, aiutandoli a non morire, a ribellarsi e a mantenere il diritto di vivere. La sua vita, raccontata dalla penna di Mario Avagliano, ha avuto il pregio singolare di non fermarsi all’eroismo personale, ma di aver perseguito un fine superiore: quello di richiamare l’attenzione dell’Italia su quell’insieme di crudeltà e di codardia inumane che talvolta riteniamo quasi impossibile che siano accadute.
Figura dolorosa e significativa è anche quella di Nedo Fiano, il giovane che sopportò le più intollerabili torture nei campi di sterminio e, nonostante ciò, riuscì a ricostruire la sua vita e si impegnò a ricordare quegli orrori, insegnando agli altri l’importanza di non dimenticare, come segno di umana “pietas”.
Queste figure, ognuna a modo suo unica, ci offrono certezze di valore civile e la sicurezza che l’infinita corrente di dedizione e sacrificio non si è mai esaurita, nemmeno nelle profondità dell’orrore. Questa chiara sicurezza deve ricordarci l’importanza di onorare e tenere viva la memoria di coloro che hanno sacrificato la loro vita per la nostra salvezza e per la dignità della nostra esistenza.
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