a cura di Elisa Giraldo, 5BG – Liceo Linguistico, indirizzo Giuridico-economico
Cos’è il tempo? È una domanda che fin dall’antichità si è sviluppata e articolata attraverso visioni proposte da autorevoli filosofi, letterati e scienziati, lasciando intendere che comunque, il tempo rimane un fluire continuo ed eterno, molto più complesso della definizione tecnica che viene fornita da qualsiasi enciclopedia: concetto fisico e grandezza fondamentale che viene utilizzato per stabilire la contemporaneità o l’ordine di una serie di eventi.
Riferendosi alle origini, in riferimento alla società greca e alla concezione filosofica, il tempo era bipartito in due modi interpretativi: da un lato quello quantitativo, inteso come misurazione matematica del suo fluire, dall’altro quello qualitativo, perché associato a ad un determinato valore o archetipo.
Sulla scia della classicità greca, l’autore latino Seneca, nel “De Brevitate Vitae” tratta appunto di questo tema, offrendo una tripartizione oggettiva del tempo in passato, presente e futuro partendo dal presupposto che il “discrimen” diventa l’approccio che viene scelto rispetto a questi tre momenti, basandosi sul “qualis”, ovvero il modo e la qualità che si vuole dare alla propria vita. In quanto filosofo stoico in procinto di un itinerario interiore verso “l’Autarchia”, Seneca attraverso le sentenze che lo caratterizzano, afferma, per esempio “Cogita semper qualia vita, non quanta sit” (Epistula 70) Un invito a soffermarsi sulla necessità di riflettere sulla qualità della vita e non sulla sua estensione. Dobbiamo essere in grado di lasciar spazio “all’otia”, analisi introspettiva, al fine di comprendere a pieno tutto ciò che la vita offre, nelle sue diverse “sfaccettature”. Per Seneca il presente è breve, il passato è certo mentre il futuro è dubbio, tre momenti ben precisi che derivano dalla percezione oggettiva che noi abbiamo, in quanto esseri umani, del suo scorrere continuo.
Un punto di vista contrario a quello di Seneca è stato esposto da Sant’Agostino nelle “Confessiones”, in cui propone una considerazione che parte da un’idea generica del tempo, che risulta inaffidabile ed incalcolabile, quindi basato sulla percezione irrazionale che deriva dalla nostra “distentio animi”. Il passato non è già più, mentre il futuro non è ancora il che significa che il tempo può essere percepito soltanto dalla nostra memoria, mentre il futuro diventa premeditazione del nostro avvenire. L’invito è quello di considerare il presente come “hic et nunc”, vivere a pieno l’attimo, per essere goduto al meglio.
A proposito della rilevanza fondamentale della memoria nella nostra vita, che diventa esperienza dalla quale prendere spunto, L’autore “sui generis” Leopardi in diversi suoi componimenti sostiene che la rimembranza diventa funzionale per aprire i proprii orizzonti verso l’immaginazione, la quale ci permette di sfiorare il piacere, discostandoci dall’arido-vero, dalla sofferenza e disillusione della propria vita.
Sul filone di questo senso di pessimismo verso la realtà, uno spunto affascinante proviene dalla “teoria del pendolo” del filosofo Schopenhauer, il quale sosteneva che la vita degli uomini era caratterizzata dall’avvertenza di una mancanza persistente che trovava una minima soddisfazione nel momento dell’appagamento del proprio bisogno, ma subito dopo, questo senso di dolore, inevitabilmente ritorna, riconducendoci alla noia.
Al contrario, c’è chi apprezza questo fluire continuo del tempo, ritenendo che vi sia la possibilità di “viaggiare”, di “ritornare” e di “rivivere”momenti del passato, ma con un approccio diverso. Ad esempio per lo scrittore francese Proust Il tempo è sottocutaneo, proviene dalla propria interiorità: si estende nei meandri delle nostre anime, recepisce e trasforma a modo proprio dati dell’esperienza sensoriale.Attraverso l’espressione francese “c’est ma Madelaine” si vuol far riferimento ad un oggetto, un profumo, un sapore che rievocano la reminiscenza di alcuni momenti del proprio passato, risvegliando emozioni, sentimenti, ricordi ed immagini vaghe che man mano riprendono forma, forse anche attraverso la propria creatività.
Ed è proprio grazie alla creatività che si possono trasformare le nostre giornate, renderle più saporite perchè affrontate con un peso diverso, utilizzando il tempo a disposizione al meglio.
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