A cura di Martina Diaz, 1AM – Liceo Linguistico Europeo, indirizzo Moderno
Vi è mai capitato di scorgere, tra gli imponenti edifici di Milano, una struttura un po’ particolare? Se la risposta è sì, avete probabilmente intravisto il Mudec”
Con la sua struttura principale ricoperta in zinco-titanio, che allude al passato industriale della zona, il Museo delle Culture si mimetizza con l’aria urban della grande città e ospita annualmente centinaia di mostre con lo scopo di diffondere la cultura extra-europea dal 2015, anno in cui è stato inizialmente inaugurato per l’Expo tenutasi a Milano a quel tempo.
La geometria della struttura, che punta ad un’ampia strategia di recupero dei terreni prima abbandonati, è in completo contrasto con la peculiare forma di nuvola in cima al museo, ideate insieme al resto dal multi premiato architetto David Chipperfield.
Sapevate che, durante la costruzione, c’è stato un grandissimo dibattito tra lui e il Comune di Milano? È infatti stato discussa per molto tempo ”l’autenticità” del pavimento all’interno della cosiddetta “piazza coperta”, al centro del museo; pensate che lo scontro si è spinto persino fino ad arrivare in tribunale! 1
Per accedere alla parte forse più caratteristica dell’edificio, dovete prima passare per una maestosa e scenografica sala in pietra nera, dove vi sentirete senza dubbio in un film!
Senza neanche accorgervene, vi ritroverete nell’Agorà, ovvero il luogo da cui potrete incamminarvi verso una qualunque delle mostre allestite nell’edificio.
Quelli che un tempo erano solo i resti e gli scheletri di fabbriche dismesse e trascurate sono stati rinnovati in ampli saloni e spazi creativi, dove riprendono vita artefatti di secoli fa, appartenenti ai popoli più antichi.
Questa è sicuramente un’esperienza che almeno una volta nella vita va fatta!
Questa moderna macchina del tempo vi darà l’occasione di destreggiarvi tra antiche memorie del passato e tracce di vita delle quali altrimenti non conosceremmo neanche dell’esistenza.
- Le piastrelle che ora formano il pavimento della piazza Coperta all’interno del museo, dovevano inizialmente essere di un materiale che rendesse il pigmento nero omogeneo. Se oggi andate a vedere da vicino, però, noterete che sono presenti diverse sfumature del colore e questo fece infuriare Chipperfield, che definì la sua stessa opera irriconoscibile e persino una bugia.
Lascia un commento