a cura di Laura Bonaiuto (5 AM, Linguistico Moderno) e di Linda Mazzon (3BA, Scientifico Scienze Applicate)
I coloranti alimentari sono sostanze prive di valore nutritivo, o impiegate a scopo non nutritivo, addizionate durante la lavorazione dei prodotti alimentari per impartire loro particolari caratteristiche cromatiche o esaltarne la colorazione originaria, conferendo così un aspetto invitante e più appetibile.
Bisogna distinguere due categorie di coloranti: quelli artificiali e quelli naturali.
Dato che l’impiego di coloranti alimentari può far apparire di buona qualità un prodotto di per sé scadente, esistono alcuni alimenti per cui tale pratica è proibita, ed altri per cui è possibile soltanto con le dovute limitazioni. Giusto per citare qualche esempio (per l’elenco completo si veda il testo del decreto ministeriale 209/96 e successive modifiche), non è possibile addizionare coloranti alimentari a latte, yogurt, uova, acque minerali, carni.
Esistono moltissime sostanze con grande variabilità di origine e struttura chimica; contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, l’aggettivo “naturale” non è sempre sinonimo di innocuo e salutare, di conseguenza chi non vede di buon occhio gli additivi di sintesi sarà più invogliato a prendere ciò che è “naturale”.
Tuttavia, se da un lato i coloranti naturali presentano vantaggi di migliore tollerabilità e sicurezza, dall’altro quelli artificiali sono preferiti dalle industrie perché più stabili alle variazioni di temperatura e pH, e resistenti alla luce ed ai processi di ossidazione. Alcune delle sostanze create dall’uomo per soddisfare queste esigenze, tuttavia, si sono successivamente dimostrate nocive per l’uomo stesso… Alcuni esempi: Rosso Sudan, Giallo Burro (gli additivi alimentari e coloranti sono rigorosamente regolamentati e sono stati segnalati come pericolosi perché sono considerati possibili agenti cancerogeni e mutageni per l’uomo. Sono stati classificati come agenti cancerogeni di categoria 3 per l’uomo dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro).
La distinzione tra coloranti naturali ed artificiali non esiste in termini giuridici; dal punto di vista normativo, i coloranti “naturali” non esistono. Inoltre, i coloranti ottenuti da fonti naturali subiscono inevitabilmente una serie di processi tecnologici di estrazione, purificazione e stabilizzazione, tali per cui l’aggettivo naturale sarebbe comunque discutibile.
Esistono infine dei coloranti derivati esclusivamente da alimenti naturali:
- Annatto, estratto dal carotene;
- Paprica;
- Zafferano;
- Licopene, estratto dai pomodori;
- Beta-carotene.
Inoltre, i coloranti caratterizzano la gran parte degli alimenti che consumiamo tutti i giorni, anche quelli più impensabili. Ecco perché è estremamente importante leggere le etichette e assicurarsi di non avere allergie ad eventuali sostanze, che possono manifestarsi in modo lieve, come una banale dermatite, o in forma più grave, come per esempio con lo shock anafilattico.
Sapere cosa si sta ingerendo insieme agli alimenti è importantissimo per la salute di adulti e bambini ed è soprattutto possibile, visto che le etichette devono essere più che accurate nella descrizione del prodotto.
Gli strumenti ci sono tutti, è sufficiente utilizzarli.
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