Amato troppo ciò che mi distrugge

a cura di Demetria Benfenati, 2CA (Liceo Linguistico Europeo, indirizzo Artistico-letterario)

Lunghe file di alberi, di una forma allungata simile a una
piuma, circondano la strada.
Il cielo è di un nero assordante e questi ciuffi di natura in
fiore creano un contrasto perfetto.
L’odore della pioggia fa tornare a galla molti ricordi, la
pioggia fa nascere, la pioggia fa crescere, la pioggia talvolta
uccide, come un sentimento che inizialmente ti sporca
appena, e infine ti annega, fino ad ucciderti.
È come un temporale, poco prima del baleno, viene dato un
avviso a dir poco fastidioso, quel senso di vuoto nel quale
capisci che è giunto il momento di agire, cercare un riparo
stabile e duraturo, prima della tempesta, che ti colpirà nel
profondo e che distruggerà tutto ciò che si era appena
creato.

Quel tornado di pensieri, di colori differenti si scaglia su un
albero già spoglio, il quale avrebbe solo bisogno di un
periodo caldo e luminoso, quel giallo ocra, quasi oro, che lo
aiuti a crescere e a rimarginare quelle crepe che col tempo
si sono formate, probabilmente la resina che richiama
anche il colore delle foglie che un tempo i suoi rami
ospitavano, potrebbe fungere da correttore.
Il cuore invece è ancora intatto esteriormente, ma al suo
interno ci sono rimasugli di vetro, che graffiano nel profondo
quell’anima ingenua.

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