di Lisa Pavanato, 4BG
Al di là della natura fisica della Luna, questo corpo celeste è stato, sin dai tempi più remoti, oggetto di culto e di divinazione. In particolar modo, ogni fase (Luna nuova, Luna crescente, Luna piena e Luna calante) aveva una sua precisa simbologia, che influenzava la vita quotidiana. Ne sono un esempio le attività agricole: i contadini sanno bene quando è il momento di seminare o potare un determinato ortaggio o albero, e tra i fattori di cui tener conto vi sono i moti di rotazione delle fasi lunari.
La luna si dice influenzi anche la personalità degli individui. Ad esempio, durante il plenilunio saremmo più suscettibili agli sbalzi d’umore, mentre la luna nuova è quella che ci spinge ad avviare nuovi progetti.
Ad ogni modo, ogni cultura presenta una sua interpretazione particolare di questo satellite; noi ne considereremo solo alcune: quella egizia, quella celtica e quella Wicca.
La luna nell’antico Egitto (2575-30 a.C.)
Il culto lunare rappresenta una delle più importanti manifestazioni religiose dell’antico Egitto. Nonostante l’importanza rivestita dal dio sole, Ra, la Luna presentava un potere complementare.
La venerazione della Luna comparve sin dai tempi dell’Antico impero: in particolar modo, troviamo che nei testi presenti nelle piramidi, il defunto veniva equiparato alla Luna e alle divinità lunari, come Thot e Khonsu. In egiziano la luna è Jˁḥ (Iah); essa veniva rappresentata attraverso la semplice combinazione del disco con il crescente lunare, che esprimeva la sintesi dei due aspetti principali dell’astro, ovvero la fase crescente e la sua pienezza. Normalmente questo emblema era posto anche sul capo degli dei lunari.
La luna nella cultura celtica insulare (476-1000 d.C)
Nella civiltà celtica, la luna era rappresentata sotto forma di una triplice dea: la vergine (luna nuova), la madre (luna piena), la vecchia (luna calante). La prima rappresentava la nascita, lo sviluppo futuro, e il principio femminile; la seconda la fertilità, l’equilibrio, il potere e la misericordia; infine, la vecchia la saggezza, il riposo e la compassione.
Questa divinità era chiamata Grande Madre e nell’iconografia poteva presentarsi come una dea con tre facce o tre figure fisicamente distinte, ma unite simbolicamente. Essa veniva venerata prevalentemente dai druidi o dalle sue sacerdotesse, che ne invocavano il nome per acquisire poteri momentanei che permettevano loro di compiere le più disparate imprese.
La Luna e la religione Wicca (1936-oggi)
Ancora oggi esistono persone che credono nel culto della Luna, e tra queste vi sono i Wiccan. I praticanti considerano l’Universo nato dall’unione di due forze, dei principi che si avversano ma allo stesso tempo si attraggono. Tali energie sono rappresentate dal Dio e dalla Dea, ovvero il Principio Maschile e quello Femminile. Il primo è generalmente raffigurato come un Dio Cornuto (le corna nell’antichità erano il simbolo dello stato divino del soggetto) ed è rappresentato simbolicamente come un sole, sorgente di ogni forma di vita. La sua controparte è la Dea, cioè quella parte della fonte di energia ultima che creò l’universo, adorata in tre differenti stadi: la Fanciulla, la Madre e l’Anziana, che rispecchiano le fasi lunari.
Ad ogni modo, queste idee si possono considerare una fusione di varie culture e religioni, che tuttavia possiedono molti elementi comuni. Per questo, i praticanti sono liberi di scegliere quale forma far assumere al proprio pantheon di Dei.
Queste sono solo alcune delle varie facce della lune, ma nel corso dei millenni e nelle varie culture, gli uomini hanno saputo darle molte altre espressioni, che popolano miti, leggende poesie, canzoni… E per voi, cosa rappresenta la luna?
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