di Veronica Zaniol
Il turismo spaziale ha fatto molta strada dal 1967 quando Barron Hilton, allora presidente di Hilton Hotels, descrisse la sua visione di un hotel sulla luna.
Oggi, la Virgin Galactic, agenzia del magnate Richard Branson, proprietario del Virgin Group, vuole essere la prima “space line” commerciale al mondo. La stessa ha recentemente dichiarato che potrebbe aumentare a breve termine il prezzo dei suoi biglietti. Gli stessi oggi costano 250.000 dollari. I quali permettono ai passeggeri un volo di due ore e mezza, lanciandoli a 360.000 piedi (109.728 metri) sopra la Terra e dando loro un’esperienza a gravità zero di 4-5 minuti. Come bonus aggiuntivo, i passeggeri diventano ufficialmente astronauti viaggiando per più di 50 miglia (80 chilometri) nello spazio. Mach 3, jet supersonico creato dalla collaborazione tra Virgin Galactic e Rolls Royce che viaggia a 3 volte la velocità del suono.
Aggiungendosi a questa nuova “conquista dello spazio” c’è Blue Origin, guidata dal fondatore di Amazon Jeff Bezos. E la NASA sta emettendo un comunicato stipulando i costi di un possibile soggiorno sulla ISS (Stazione Spaziale Internazionale), dove il prezzo sarebbe di 35.000 dollari a notte, oltre a quello per arrivarci che è stimato essere di 50 milioni di dollari.
Il fine di questo tipo di turismo è un argomento soggetto a diversi dibattiti interni tra scienziati, politici ed imprenditori. Secondo un rapporto condotto dal World Travel & Tourism Council, il turismo ha generato 7,2 trilioni di dollari (9,8% del prodotto interno lordo globale) e ha fornito 284 milioni di posti di lavoro, per un totale di uno su 11 posti di lavoro sul pianeta nel 2015. C’è ogni ragione per credere che i viaggi spaziali commerciali avranno un impatto simile sull’economia. Teoria supportata anche dalla ricerca condotta da Leisure and Aging, la quale afferma che: “Il turismo d’avventura è uno dei segmenti in più rapida crescita del mercato del turismo. E’ diventato così popolare che circa 100 milioni di adulti hanno scelto vacanze che sono classificate come soft adventure.”
Il turismo spaziale, quindi, è un passo logico per far crescere questa tendenza e migliorare l’economia mondiale. Inoltre, renderà le persone più consapevoli della vulnerabilità del nostro pianeta. Infatti l’esperienza di viaggiare fuori dall’atmosfera terrestre e guardare indietro al mondo in cui abitiamo produce un senso di timore reverenziale e di rispetto, come raccontato da diversi astronauti. I viaggiatori spaziali, quindi, guadagneranno un apprezzamento più profondo per il nostro pianeta e vorranno adottare un approccio più attivo per proteggerlo quando torneranno.
Un grande numero di persone invece dimostra chiaramente una forte disapprovazione ribattendo che per quanto possa sembrare innovativo, eccitante e redditizio, il viaggio spaziale commerciale dei civili è un’impresa pericolosa, non solo per gli esseri umani ma anche per il nostro pianeta. Non si può negare che negli ultimi anni l’industria ha sperimentato dei fallimenti catastrofici; razzi che esplodono e un volo di prova che si schianta, causando la morte di un pilota. Si potrebbe sostenere che i turisti spaziali viaggiano a proprio rischio, ma anche questo non è del tutto vero. L’impatto dei viaggi spaziali sul nostro pianeta mette tutti gli esseri umani e l’ambiente a rischio. Gli imprenditori che investono nei viaggi spaziali, come Richard Branson della Virgin Galactic, sostengono che i viaggi spaziali rivelerebbero una minore impronta di carbonio rispetto ai normali viaggi aerei. Gli scienziati però, si preoccupano della fuliggine o del carbonio nero che deriva dalle emissioni di razzi. La fuliggine accumulata nella stratosfera (circa 5-31 miglia sopra la Terra) non può essere lavata via dalla pioggia o dai venti, come avviene nella bassa atmosfera. Di conseguenza, il carbonio nero può rimanere nella stratosfera per anni, causando un cambiamento climatico esponenziale.
Queste argomentazioni sono basate nel presente dei viaggi spaziali, infatti le tecnologie che li permettono subiscono un avanzamento quotidiano risolvendo i diversi problemi riscontrati. La continua evoluzione in questo campo, poi, ha permesso anche le diverse “vittorie” raggiunte fino ad ora.
Il turismo spaziale rimane in gran parte uno status simbolo per i super ricchi, una tendenza non insolita nella storia del turismo. È quindi giusto supporre che passerà del tempo prima che il turismo spaziale diventi un dominio a prezzi accessibili alla classe media. Intanto 700 passeggeri da tutto il mondo hanno confermato la loro prenotazione e stanno aspettando il loro volo.
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