Fatti arcinoti, ma raccontati con occhi diversi. Se fossero esistiti i giornali in tempi non sospetti, come avrebbero raccontato episodi conosciuti da tutti direttamente il giorno dopo rispetto all’evento? Benvenuti su cronaca d’altri tempi: un mix tra storia, scrittura creativa e giornalismo!
di Matteo De’ Longhi e Isabel Simoni, IGCSE 1
Ieri, 13 marzo 1348, sono sbarcate nel porto di Genova quattro navi mercantili di ritorno da Sebastopoli, Crimea. Esse contenevano diversi malati di peste bubbonica e topi ancora in grado di infettare esseri umani.
Si pensa che gli equipaggi ignorassero il fatto che potevano essere malati, visto che a Sebastopoli sono stati riscontrati i primi casi solo nel gennaio scorso. Gli equipaggi di tutte le navi sono stati sottoposti a una rigida quarantena e soprattutto ad una rigorosa indagine da parte delle forze dell’ordine. L’indagine ha inoltre già rivelato che due delle navi avevano fatto rifornimento in una piccola cittadina delle coste siciliane, la quale verrà avvisata il prima possibile. Purtroppo alcuni scienziati hanno calcolato che il villaggio sulle coste siciliane non potrà essere avvisato entro i prossimi tre giorni, ciò potrebbe costare decine di vite già dopo un paio di settimane. A lungo andare, invece, è stimato che costerà migliaia di vite in tutta la zona del regno di Sicilia. I migliori medici del regno sono già al lavoro per trovare una cura. Non appena i territori adiacenti verranno avvisati anche i loro medici inizieranno la ricerca per un trattamento.
Nel frattempo, il re ha consigliato di restare il più distanti possibile l’uno dall’altro e, nel caso in cui si conosca un malato, è consigliabile non essere nella stessa stanza nello stesso arco di tempo.
La minaccia ha già raggiunto anche l’isola della Sicilia. Dopo lo sbarco di dodici navi genovesi di commercio a Messina, provenienti da Caffa, in Crimea, sempre durante il mese di marzo, con a bordo molti infettati, oltre che persone già decedute, la peste ha iniziato a diffondersi velocemente in Italia, portando con sé un’ondata di paura.
Dopo che i genovesi hanno lanciato i corpi delle persona morte a causa della peste nelle mura della città di Caffa, pare che la situazione sia peggiorata.
La peste nera, chiamata così per le macchie nere che appaiono sulla pelle degli infettati, sembra proveniente dall’Asia. I religiosi dicono che è un volere di Dio, che ci sta condannando per i nostri peccati. Ci sono già tantissimi contagiati e dopo che viene contratta, porta alla morta entro cinque giorni, se particolarmente grave anche entro ventiquattro ore. I sintomi sono febbre alta e macchie nere su tutto il corpo. Nel caso in cui siano visibili questi sintomi, è suggerito di isolarsi volontariamente e stare lontano dagli altri.
Per adesso, la peste si sta ancora diffondendo molto velocemente e tutti stanno cercando modi migliori di combatterla, come il distanziamento dai contagiati e la quarantena per gli stessi. Il consiglio dei religiosi è di pregare e chiedere il perdono di Dio per i nostri peccati, sperando ci possa salvare da questa pericolosa pandemia.
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