di Chiara Scalco, 3AM
Vi siete mai ritrovati a dover apparecchiare la tavola per qualche occasione speciale ed esservi sentiti a disagio per non sapere come gestire tutte le posate per la cena?
Oppure – forse situazione più probabile – a chi non è mai successo di ritrovarsi di fronte a tre forchette diverse e non sapere da dove iniziare? Non preoccupatevi, è capitato a tutti, perfino a Julia Roberts in “Pretty Woman”.
Come si apparecchia dunque la tavola? Certo, è una domanda sciocca, ma non molti sanno che la prima mise en place risale all’Antica Roma, nello specifico all’età repubblicana: inizialmente l’apparecchiare era un gesto semplice, con lo stretto necessario e con utensili di terracotta, ma con l’andare del tempo è divenuta una vera e propria arte.
Le tavole signorili nella Roma imperiale erano addobbate con tovaglie ornate e il vasellame da tavola era di metallo e nel Rinascimento, oltre alla tovaglia, si cominciarono ad usare anche la forchetta, i piatti di ceramica e il vetro per le altre stoviglie.
Nei secoli molto è cambiato a causa dei diversi usi e costumi sviluppati nelle varie regioni del mondo: pensate che esistono il servizio alla francese e il servizio alla russa e chi più ne ha più ne metta!
Fu il 1558 l’anno in cui quello che ancora oggi consideriamo il “Vangelo delle buone maniere” venne scritto: si tratta de “Il Galateo” di monsignor Giovanni Della Casa. All’interno, si trovano le descrizioni di innumerevoli comportamenti e abitudini che identificano la buona educazione, e tra questi vi è proprio l’atto di apparecchiare la tavola nella maniera perfetta.
La disposizione di tutti gli elementi, nonostante sia per noi un atto quotidiano e irrilevante, è in teoria invece assai complessa, tanto da cambiare a seconda del genere di cena o pranzo e anche dal menù stesso.
Generalmente, la mise en place per una tavola formale perfetta si compone di ben 17 elementi.
Niente paura: con un’immagine tutto diventa più chiaro!
Innanzitutto notiamo il tovagliolo (1), la cui posizione è ancora questione di dibattito, ma di certo è consigliabile che sia in coordinato con la tovaglia: occhio quindi agli abbinamenti!
Ai numeri 2, 3 e 4 troviamo, rispettivamente, la forchetta da pesce, quella da carne e quella da insalata, che non sempre devono essere tutte presenti: dipenderà dal vostro menù! Per capire quale forchetta prendere per prima vi è una importantissima e semplicissima regola che mia mamma mi ha sempre insegnato fin da bambina: si parte dall’esterno all’interno…Non serve quindi che perdiate la vista nel contare il numero di denti della forchetta! Le posate sono infatti disposte in ordine di uso, vale a dire che la più lontana dal piatto sarà quella che userete per la prima portata e così via.
Al lato opposto troviamo il cucchiaio da minestra (10) e, successivamente, in maniera simmetrica rispetto alle forchette, i coltelli: il più lungo per la carne (8) e il più corto per il pesce (9).
Passiamo ora ai piatti! La disposizione sembra un po’ quella di una matrioska che si rimpicciolisce sempre più: dal più piccolo (5), per gli antipasti, si passa poi al piatto fondo (6) e al piatto piano (7). Talvolta però i piatti potrebbero anche venirvi serviti direttamente in tavola quindi non preoccupatevi se vedrete soltanto una o due stoviglie!
L’11 e il 12 vengono spesso dimenticati, poverini, ma sono il piattino per il pane ed il coltello per il burro, e come si può immaginare una tavola ben apparecchiata (ed un palato soddisfatto) non possono esistere senza di loro!
I bicchieri sono solitamente 3: uno per l’acqua (15), uno per il vino rosso (16) e uno per il vino bianco (17).
…Come concludere se non con dolcezza? Proprio sulla tavola, sopra ai piatti, troverete infatti cucchiaio (13) e forchetta (14) per il dessert!
Così tanto da fare per una semplice tavola: sorprendente no?
Bene, ora che sapete tutta la teoria necessaria su come imbandire una tavola, manca l’ingrediente fondamentale: ciò che deciderete di cucinare!
Siate pronti a mettervi ai fornelli e…Alla prossima “chiacchiera in cucina”!
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